Il piano formativo aziendale serve a identificare le azioni formative che un’impresa intende attuare, attraverso i Fondi Interprofessionali, per raggiugere determinati obiettivi in termini di upskilling e/o reskilling delle proprie risorse.

Ciascuna impresa, infatti, ogni mese versa una quota all’INPS come “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria“ e può destinare lo 0,30% di tale contributo a un Fondo. Questa somma viene raccolta nel Conto Formazione, una sorta di salvadanaio che l’azienda ha a disposizione e da cui può attingere fondi per finanziare la formazione dei propri dipendenti.

La formazione dei dipendenti avviene, dunque, tramite specifici corsi di formazione promossi dall’azienda e attivati proprio grazie ai Fondi Interprofessionali.

Naturalmente, il processo di attivazione dei corsi di formazione necessita di una pianificazione che identifichi, come detto, le esigenze formative dei dipendenti dell’impresa.

Vediamo ora alcune linee guida per redigere un piano formativo.

Piano formativo in 5 passi

Il piano formativo è un progetto costruito sulle specifiche esigenze aziendali, utile a giustificare le azioni formative finanziate dalle risorse contenute nel Conto Formazione.

Le esigenze di adeguamento e sviluppo delle competenze dei lavoratori sono tra gli obiettivi cardine per l’impresa che deve assicurarsi l’approvazione dei piani formativi redatti. In ragione di ciò, è opportuno rivolgersi ad enti specializzati nella redazione di piani formativi aziendali che permettono l’accesso ai Fondi Interprofessionali.

In sintesi, ecco i passi da seguire per redigere un piano formativo.

1. Analisi dei fabbisogni dell’azienda e report

L’analisi è sicuramente il primo passo. L’azienda, o l’agenzia incaricata della redazione dei piani formativi, deve effettuare un’analisi dei fabbisogni dell’impresa, una sorta di check up preventivo che individui le esigenze formative dei dipendenti e gli obiettivi che si desidera raggiungere.

Dopo aver effettuato un’analisi completa, occorre redigere un report che racchiuda tutte le informazioni raccolte e che servirà da base per la redazione del piano formativo aziendale.

Nel report vengono evidenziati:

  • il settore di appartenenza dell’impresa;
  • le innovazioni periodiche che vengono introdotte;
  • i dipendenti che svolgono un ruolo chiave all’interno dell’impresa;
  • ogni altro aspetto utile ai fini della redazione del piano.

2. Elaborazione del progetto e proposta formativa

Dopo l’analisi è il momento di elaborare la proposta formativa.

La proposta traduce i bisogni formativi analizzati in veri e propri obiettivi di apprendimento. In questa fase vengono identificati obiettivi generali e specifici:

  • gli obiettivi generali rappresentano i percorsi formativi necessari all’impresa nel suo complesso;
  • gli obiettivi specifici, invece, sono correlati al ruolo ricoperto da ciascun dipendente e differenziati sulla base delle mansioni svolte.

Nell’elaborazione della proposta formativa rientra anche la definizione degli obiettivi. L’azione formativa non deve limitarsi all’acquisizione di mere nozioni, bensì deve sviluppare una maggiore consapevolezza nei lavoratori circa lo svolgimento delle proprie attività.

3. Redazione del piano formativo

Siamo, dunque, arrivati alla redazione del piano formativo aziendale, la fase che vede la vera e propria stesura del progetto.

Nei piani formativi redatti dall’Ente preposto vengono inseriti:

  • i progetti formativi;
  • l’articolazione temporale (di norma non più di 12 mesi dalla data di avvio delle attività);
  • le metodologie;
  • i dipendenti coinvolti.

Tutto ciò in maniera coerente con l’analisi e la definizione degli obiettivi da raggiungere.

Per la redazione dei piani formativi aziendali, occorre seguire un formulario ben definito dalle linee guida stabilite da ciascuno dei Fondo.

Due degli aspetti che compongono i piani formativi sono particolarmente importanti ai fini della formazione finanziata: metodologie e innovazione.

  • Metodologie:

è necessario presentare nel dettaglio il calendario dei corsi e l’assegnazione delle aule. L’azienda, infatti, durante lo svolgimento dei corsi di formazione non può certo fermarsi. Ecco perché è importante che il piano formativo garantisca l’alternanza dei lavoratori a ciascun corso, pianificando le lezioni in modo da consentire a tutti i dipendenti coinvolti di partecipare a rotazione.

  • Innovazione:

il piano formativo può coprire un periodo massimo di 12 mesi, dunque è necessario prevedere un aggiornamento del progetto (qualora, in quest’arco temporale, nell’azienda subentrino delle innovazioni di prodotto e/o di processo che richiedano la formazione dei dipendenti).

4. Presentazione dei piani formativi

Una volta redatti, i piani formativi aziendali devono essere presentati dalle imprese aderenti – secondo le modalità determinate dalle linee guida di ciascun Fondo Interprofessionale – utilizzando le apposite piattaforme informatiche.

Segue, poi, l’istruttoria e la valutazione dei piani sulla base dei requisiti e della conformità ai criteri previsti dalle linee guida che, di norma, si conclude entro 30 giorni dalla loro trasmissione.

In caso di esito positivo, il Fondo approva l’accesso alle risorse (sulla base della disponibilità del Conto Formazione) e autorizza l’azienda a dare seguito alle attività. L’erogazione del finanziamento avviene a seguito dell’approvazione della rendicontazione finale.

5. Monitoraggio e valutazione dei piani formativi

Il monitoraggio e la valutazione rappresentano l’ultima fase del ciclo di vita dei piani formativi.

Attraverso interviste mirate si rileva il grado di soddisfazione dei dipendenti e l’utilità, a livello operativo, dei corsi attivati.

La fase di valutazione determina:

  • il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento;
  • la coerenza tra le attività svolte e le procedure utilizzate;
  • il comportamento e i risultati raggiunti.

Questa fase è particolarmente importante ai fini della rilevazione dei fabbisogni e della progettazione dei futuri piani formativi aziendali.

 

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