Talenti digitali: formazione e miglioramenti per ridurre il gap di competenze digitali

I talenti digitali sono persone, giovani in particolare, con elevate competenze in ambito digitale i quali spaziano nei diversi settori delle professioni digitali (ICT), tra cui digital marketing, developers e digital consultant.

La figura dei talenti digitali è di vitale importanza nelle aziende in quanto sono consapevoli che, la mancanza di personale con una adeguata formazione tecnica, può ostacolare la produttività e la crescita dell’azienda stessa. Inoltre, l’offerta di laureati ICT nel 2019 sarà di 9.300 unità ma ne saranno richiesti tra 14.400 e 26.500.

In Italia è possibile riscontrare un gap di competenze digitali in quanto gli annunci di lavoro per le professioni ICT (Information and Communication Technology) crescono del 27%, ma le aziende faticano a trovare candidati: mancano oltre 5.000 laureati e ad essi si aggiungono anche coloro i quali non hanno competenze e formazione sufficienti rispetto alle esigenze delle aziende.

Rapporto sulle competenze digitali

Dal rapporto condotto dalle maggiori associazioni tecnologiche italiane (Aica, Anitec-Assinform, Assintel, Assinter Italia), elaborato con il contributo di Cfmt e patrocinato dal tandem Miur-Agid, si evince che le aziende italiane hanno cercato di implementare e sperimentare alcune possibili soluzioni per ridurre il gap di competenze digitali, ma nonostante ciò l’Italia è ancora indietro nel formare completamente le competenze che servono alle aziende.

Le aziende prima delle competenze “soft” richiedono innanzitutto competenze digitali specialistiche e hanno bisogno soprattutto di laureati che soddisfino i requisiti richiesti. Per il triennio 2019-2021 si prevedono fino a 94.500 richieste, ma il sistema formativo ne fornirà meno di 82mila rischiando così di non soddisfare la richiesta.

Come ridurre il gap di competenze digitali

Per ridurre il gap domanda-offerta di competenze digitali c’è la necessità di migliorare i percorsi offerti dalle università, le quali si stanno adeguando sempre più al mercato del lavoro offrendo formazione specialistiche in linea con il mercato digitale, tra cui l’intelligenza artificiale e l’internet of things; un’altra soluzione è offerta dalla possibilità di sviluppare la formazione all’interno dell’azienda stessa.

Altro intervento è il riallineamento continuo dei percorsi di studio all’innovazione e all’interdisciplinarietà, anche indirizzando verso gli ITS gli studenti che abbandonano i corsi di laurea ICT. L’osservatorio delle competenze digitali, inoltre, suggerisce corsi post-diploma, facendo leva sull’offerta formativa degli istituti tecnici superiori.

Per quanto concerne le università, sono in aumento le lauree con focus sui big data/data science, la sicurezza informatica (cyber security), l’intelligenza artificiale, il cloud computing (anche se è poco presene) e l’Internet of Things, ma resta invece limitata la copertura di questi temi rispetto all’utilizzo delle tecnologie in ambito strettamente aziendale.

Investire nei percorsi universitari STEM, potenziare corsi di laurea e master specialistici, eliminare il numero chiuso attraverso investimenti in nuovo personale docente, rafforzare il training e l’aggiornamento delle competenze del personale docente, potenziare gli insegnamenti su nuove tecnologie, metodologie e competenze “soft” con sufficiente personale docente e adeguate dotazioni, creare percorsi di laurea ICT trasversali o di “filiera”: tutto ciò può concorrere a ridurre il gap di competenze digitali.

Le figure più richieste

La figura dello sviluppatore software (il cosiddetto developer) è la professione con la domanda maggiore nel mondo del lavoro digitale e quasi una ogni due posizioni vacanti sul web è relativa ad essa (circa il 46%): sfortunatamente, la domanda da parte del mondo del lavoro supera il numero dei canditati con una formazione in linea con la richiesta, come confermano anche circa il 30% degli annunci di ricerca di programmatori i quali rimangono scoperti per più di 60 giorni. Sempre più consistenti, dopo i developers, sono le domande relative alle figure del digital consultant e del digital media specialist.

La crescita della domanda è segno che le funzioni ICT e aziendali in genere si dotano di maggiori competenze strategiche per affrontare la trasformazione digitale in tutte le funzioni aziendali. La figura del ICT operation manager è la più ricercata nel Sud Italia.

Altre figure sono: il Systems analyst e il Systems Administrator nella definizione dei requisiti e gestione delle componenti dei sistemi informativi in base alle nuove architetture tecnologiche, l’Enterprise Architect per riallineare processi aziendali sempre più digitalizzati e nuovi sistemi informativi, il Test Specialist il quale è cruciale nei nuovi processi di sviluppo del software.

Il gap di competenze digitali ha evidenti conseguenze in termini di lentezza e ritardi nella digitalizzazione. Affinché si possa ridurre questo gap, l’Osservatorio ha proposto degli interventi prioritari, tra cui l’aumento della consapevolezza che i lavori più qualificati aumenteranno e i lavori meno qualificati saranno sostituiti da macchine intelligenti, moltiplicare le opportunità per le esperienze di apprendistato, accrescere le opportunità di imprenditorialità digitale dei neolaureati ICT.