SOFT SKILLS 2.0: USA E CINA A CONFRONTO

Soft skills 2.0 – Un ponte tra Occidente e Oriente: Usa e Cina a confronto, nuove frontiere dell’educazione e soft skills

È molto difficile considerare in modo adeguato, nei processi di valutazione e di formazione del personale aziendale, l’importanza dell’intelligenza emotiva e, ugualmente, non è facile per chi ne è particolarmente dotato, far valere questa competenza in ambito lavorativo. Tuttavia, nel terzo millennio la questione delle capacità trasversali non riguarda ormai soltanto chi deve riconvertirsi nel mondo del lavoro per tenere il passo con le veloci trasformazioni in atto, ma anche coloro che devono ancora entrarne a far parte.

Infatti, le soft skills inducono a considerare un’inevitabile link  tra le nuove generazioni e il mondo del lavoro. Di conseguenza, è necessario un adeguamento del sistema e dei modelli educativi alle nuove necessità del mercato globalizzato e delle nuove tecnologie. I due principali colossi dell’economia mondiale, Usa e China, sia per il leading role svolto nell’economia  mondiale, sia per le dimensioni demografiche, sono due punti di riferimento fondamentali.

Nel considerare la questione dal punto di vista dell’educazione dei millennials, per prepararli ad affrontare le nuove esigenze del mercato, la formazione in ambito delle Hard skills deve essere affiancata ad un adeguato training delle soft skills, indispensabile per fronteggiare le nuove sfide provenienti da un sistema economico mondiale in veloce cambiamento. A questo proposito, Il World Economic Forum prevede che presto l’intelligenza emotiva entrerà nella lista delle 10 competenze più importanti e più richieste in azienda. Infatti, un buon QE (ovvero Quoziente Emotivo) è di solito connesso a un’ottima motivazione, vero motore di ogni successo, a spiccate capacità di leadership, nonché a particolari abilità nel lavoro di squadra, grazie alla capacità di comprensione dei bisogni e delle necessità degli altri. L’acquisizione di queste abilità è legata indubbiamente al vissuto delle persone, alle esperienze acquisite nel corso del tempo, ma la nuova sfida è quella di promuovere nuove metodologie per lo sviluppo di tali competenze.   Innanzi tutto, gli studenti oggi, hanno molte più possibilità rispetto al passato, offerte dalle nuove tecnologie le quali da un lato hanno contribuito all’accelerazione e al cambiamento dei processi economici, dall’altro hanno influito sulla natura stessa della capacità spendibili in ambito lavorativo.

A questo proposito, è significativa la survey svolta dall’Association for Middle School Education, su un campione di circa trecento insegnanti del sistema scolastico statunitense e cinese, per indagare similitudini e differenze tra i formatori dei due paesi nella percezione che essi hanno circa le skills richieste nell’economia del terzo millennio. Dalla tabella seguente è possibile rilevare i risultati della ricerca, in cui è stato chiesto agli insegnanti di ordinare le skills secondo il grado di importanza che essi gli attribuivano. Le righe evidenziate sottolineano le due differenze più sostanziali tra i due paesi. Da un rapido sguardo, emerge che gli USA attribuiscono maggiore importanza all’utilizzo agevole delle ICT rispetto alla Cina, mentre, al contrario per gli insegnanti cinesi, è molto più importante stimolare la creatività e l’innovazione, considerate abilità fondamentali per la crescita professionale degli studenti. Da questi risultati è possibile ricavare una tendenza dei principali metodi di implementazione delle soft skills utilizzati, e di conseguenza, di quale siano le abilità percepite come più spendibili. Entrambi i Paesi, focalizzano l’attenzione sulle abilità connesse al pensiero critico e al problem solving, nonché alle capacità di comunicazione e collaborazione, indicandole come le skills più richieste. In entrambi i casi si tratta capacità che possono essere opportunamente sviluppate in ambito scolastico, prima ancora che in ambito lavorativo.

La sfida dei sistemi scolastici più avanzati oggi, sembra proprio quella di restare al passo con i tempi e di formare oltre che lo studente, la persona, fornendogli una giusta chiave di lettura, in ottica di spendibilità lavorativa, delle proprie capacità e propensioni individuali.

L’influsso orientale sul training delle soft skills

L’importanza delle soft skills per lo sviluppo della propria carriera è ormai fuori discussione; ciò su cui si tende a focalizzare l’attenzione sull’evoluzione sempre più rapida del mondo del lavoro. Se consideriamo quanta flessibilità ormai viene richiesta ad ogni persona, che si tratti di un dipendente o un indipendente, si nota quanto la figura coinvolta in un progetto deve saper essere adattabile ad ogni scenario, pena la sua esclusione dallo scenario stesso. Una delle principali caratteristiche della cultura orientale è proprio quella legata alle pratiche di meditazione, che hanno visto una notevole diffusione nell’Occidente globalizzato, prima configurandosi come una tendenza modaiola, poi, come una prassi consolidata e diffusa in ampie fasce della società.

Tecniche di meditazione sono state così introdotte anche per il training delle soft skills, utilizzate da life-coach e business coach allo scopo di implementare le abilità trasversali utili nelle relazioni interpersonali e aziendali. Un valido esempio è quello del meditraining, le cui tecniche possono  essere applicate nello sviluppo del benessere e delle competenze trasversali. Questa pratica consente di allenare la mente con un mix di tecniche di meditazione che aiuta a sviluppare attenzione, concentrazione, persistenza e empatia, pazienza…essa unisce approcci meditativi e pratiche yogiche che possono essere  svolte sia in modo individuale che in gruppo, allo scopo di incrementare il benessere psico-fisico dei trainee. Tale pratica influisce sul problema del disallineamento mente-corpo e dei cali di attenzione, riducendo l’intensità e la frequenza delle interferenze della mente che influiscono negativamente sulle relazioni interpersonali.

Un altro esempio significativo è quello della Mindfullness, questa tecnica, teorizzata dal biologo Jon Kabat-Zinn, è entrata anche nelle aziende per potenziare la concentrazione, migliorare le prestazioni e creare condizioni lavorative positive per i dipendenti. L’obiettivo è imparare a vivere pienamente le situazioni presenti, mettendo da parte le preoccupazioni del passato e del futuro. La novità, da qualche anno, è che questa tecnica è entrata anche nelle aziende per potenziare la concentrazione, migliorare le prestazioni e creare condizioni lavorative positive per i dipendenti. La mindfulness aiuta a sviluppare la capacità di gestione delle situazioni di stress, a vivere al meglio anche le situazioni più imprevedibili in ufficio, e dunque, ad essere più produttivi. Programmi di Mindfulness Based Stress Reduction (Mbsr) sono stati sviluppati dal professore di medicina Jon Kabat Zinn alla fine degli anni Settanta all’Università del Massachusetts e da allora si sono diffusi in tutto il mondo. Entrando poi anche nelle aziende. Che hanno creato corsi ad hoc o spazi appositi come le quiet room, dove i dipendenti possono concedersi una pausa. E gli effetti sono positivi: diminuiscono lo stress, fanno migliorare la produttività dei dipendenti e le relazioni interpersonali. Una delle tecniche più utilizzate è  il grounding che consiste nell’avere coscienza del proprio corpo e delle sensazioni che prova, ponendo l’attenzione su ogni parte del corpo: prima sulle gambe, le braccia, le mani, il volto, soffermandosi su fronte, collo e schiena, dove più si manifesta lo stress.

Un’altra pratica molto utilizzata nei contesti aziendali nel corso degli ultimi anni e di indubbio influsso orientale, è quella dello Yoga Coaching, una disciplina formativa basata su strumenti provenienti dall’antica tradizione del Kundalini Yoga, così come insegnato da Yogi Bhajan: consiste nella pratica di sessioni di yoga aziendale sia di gruppo che individuali, le sessioni di gruppo impegnano una mezza giornata o una giornata intera e si realizzano programmi di 2-6 sessioni a intervalli mensili, progettati ad hoc. I programmi sono progettati ad hoc per uomini e donne d’azienda e vengono trasmessi con un linguaggio a loro familiare. Durante le sessioni, viene trasmessa e praticata una selezione di brevi meditazioni utili per il business. Ogni esercizio è progettato per ottenere risultati specifici. I corsi non necessitano di abbigliamento particolare e non è richiesta né preparazione né particolare flessibilità. Gli spazi sono messi a disposizione dall’azienda: una normale sala riunioni può rispondere all’esigenza. Gli esercizi/meditazioni sono svolti da seduti e possono essere praticati in autonomia, in ufficio o a casa.

Il Reiki è una tecnica di origine giapponese, immediata e naturale che permette di riequilibrarsi e di ritrovare il benessere psichico e fisico utilizzando semplicemente le proprie mani. Il Reiki è una semplice ed efficace tecnica di riduzione dello stress, di rilassamento e di ripristino della salute fisica attraverso l’uso della cosiddetta “energia universale”, ovvero l’energia che permea l’universo e costituisce il “mattone” fondamentale di ogni cosa vivente o inanimata, come ben ha descritto la fisica moderna. Il Reiki è spesso definito come una tecnica di auto-guarigione, in quanto, sebbene l’energia si possa utilizzare anche con altre persone, viene in genere utilizzata principalmente dal reikista su di sé (self-empowerment). Proprio in questo sta la bellezza del Reiki: nella sua versatilità, nella possibilità di adattarne tempi e modi alle proprie esigenze ed al proprio stile di vita. Il Reiki non ha dunque nulla a che vedere con religioni, sette e filosofie, ma è invece una semplice tecnica che chiunque può praticare. L’energia di cui stiamo parlando non è l’energia personale del reikista ma quella prelevata all’esterno e canalizzata (attraverso i canali che tutti abbiamo, e che sono ben conosciuti da coloro che praticano agopuntura o Shiatsu) nelle braccia e fino alle mani, dalle quali fuoriesce. In pratica il reikista è come un filo della luce: durante il corso viene connesso con la fonte primaria (la rete elettrica…) dalla quale può attingere ogni volta che vuole e nelle quantità necessarie, lasciando che l’energia scorra dolcemente dentro di sé per uscire dalle mani. Non sono quindi necessarie doti personali, tutti posseggono “l’impianto elettrico”, occorre solo connetterlo. Ciò che rende la tecnica Reiki facilmente praticabile in azienda (anche nei normali orari lavorativi) sono le sue caratteristiche intrinseche: semplicità e velocità (circa 13 ore) con cui si apprendere la tecnica; accessibilità della tecnica per tutti (compresi i lavoratori più anziani, quelli con problemi di salute, le donne in gravidanza e le categorie protette); possibilità di praticare la tecnica sia su se stessi che sugli altri; possibilità di sperimentare velocemente i suoi benefici sin da subito. Questa tecnica giapponese è davvero semplice da praticare e forse è proprio questa sua caratteristica a renderla facilmente utilizzabile in azienda. L’auto-trattamento Reiki è realizzabile semplicemente utilizzando le proprie mani e appoggiandole delicatamente sul proprio corpo (ma anche lasciandole leggermente sollevate). La persona rimane vestita e può praticare sia stendendosi (in questo caso viene privilegiato ancora di più l’effetto relax) ma anche in posizione seduta o in piedi. L’ideale è realizzare un autotrattamento al giorno di circa 20-25 minuti ma si consiglia di utilizzare la tecnica il più possibile ogni volta che è possibile.

I benefici del Reiki in azienda

L’azienda e le risorse umane possono trarre notevole vantaggi dall’apprendimento e dalla pratica del Reiki perchè produce numerosi benefici sul corpo fisico ma anche sul piano mentale ed emotivo:

  • Riduce ansia e depressione
  • Migliora la lucidità e la concentrazione ottimizzando il problem solving
  • Migliora la motivazione lavorativa
  • Riduce i livelli di stress e migliora la resilienza
  • Aumenta il vigore fisico
  • Potenzia il sistema immunitario (prevenendo le malattie)
  • Riduce il dolore fisico velocizzando e ottimizzando i processi di autoguarigione
  • Riduce il mal di testa e la tensione
  • Migliora il clima aziendale creando un ambiente più sereno e riduce i conflitti.

Questi benefici sono ormai ampiamente dimostrati da una serie di studi scientifici pubblicati in importanti riviste.

Come utilizzare il Reiki in azienda

La possibilità di apprendere e praticare il Reiki diventa per i dipendenti un vero e proprio benefit grazie al fatto di poterlo usare sia sul luogo di lavoro ma anche in ogni momento della vita personale. L’azienda potrà inserire programmi di formazione Reiki come iniziative singole ma che all’interno di più complessi progetti di Corporate Wellness. In azienda le occasioni ed i motivi per praticare Reiki non mancano davvero. È possibile, infatti, utilizzare il Reiki: come “Pronto soccorso” fisico od emotivo in situazioni acute di emergenza (incidenti sul lavoro, brutte notizie in arrivo, richieste lavorative percepite come troppo elevate…); nei momenti in cui ci concediamo una pausa relax possiamo utilizzare il Reiki oppure quando la pressione diventa talmente alta da ridurre ormai le prestazioni, fare una “pausa Reiki“; sfruttando i momenti lavorativi in cui si hanno le mani libere (o anche solo una) per auto-trattamenti Reiki: durante le riunioni, l’utilizzo del PC, i momenti di attesa o relax…; trattando l’acqua e il cibo che si assumono soprattutto quando si è costretti a mangiare alimenti poco salutari (magari fuori in trasferta)realizzando scambi di trattamenti con i colleghi in pausa pranzo.

Diverse aziende hanno sperimentato progetti di formazione Reiki con i loro dipendenti e nel 2016 l‘International E-Journal of Advances in Social Sciences (Vol.II, Issue 6) ha pubblicato uno studio scientifico. L’articolo “Effect of Reiki on perceived stress among software professionals in Bangalore, India” esamina l’efficacia del Reiki sullo stress percepito tra i professionisti software di un’azienda di Bangalore (capitale dello Stato di Karnataka in India). I risultati dello studio hanno evidenziato una riduzione significativa dello stress.