Soft skills: formazione aziendale e nuove strategie di apprendimento

Le soft skills sono sempre più richieste dal mercato del lavoro. Scopri quali sono le competenze trasversali più apprezzate e come svilupparle!

Le soft skills possono essere definite come una combinazione dinamica di competenze cognitive e metacognitive, interpersonali e personali, intellettuali e pratiche, che ci aiutano ad adattare i nostri comportamenti alle sfide della vita personale o professionale.

Saper essere, oltre che saper fare

Oggi, la crescita dell’importanza del saper essere, accanto a quella del saper fare, è un fenomeno sempre più condiviso dalle aziende, infatti, la nuova cultura aziendale prevede un forte investimento sulle cosiddette competenze trasversali dei collaboratori, utilissime per potenziare la produttività sul lavoro, ma non solo: oltre ad appagare il dipendente a livello psicologico, la formazione sulle soft skills consente all’azienda di rimanere competitiva in un contesto storico in cui l’evoluzione è decisamente rapida e la concorrenza, soprattutto in alcuni settori, alta.

Oggi, nell’ambito della propria carriera, così come nella ricerca di un lavoro, bisogna sicuramente investire nell’acquisizione delle competenze trasversali. È importante capire che sono proprio queste ultime che permettono a manager, imprenditori e supervisor di ottenere un avanzamento.

Le soft skills sono preziose perché possono essere impiegate indipendentemente dalle mansioni tecniche attribuibili ad un professionista, permettendo ai dipendenti di adattarsi a diversi contesti e di fronteggiare tempestivamente i problemi. Queste abilità ricoprono un ruolo fondamentale, per esempio, nei lavori basati sul contatto con i clienti, per essere in grado di ascoltare e fornire un servizio utile e cortese.

Rafforzare le soft skills rappresenta, dunque, uno dei migliori investimenti da fare per la propria carriera. L’avvento dell’era digitale, con la diffusione dell’automazione, dell’intelligenza artificiale anche in azienda, sta solo rendendo le competenze trasversali più importanti, dato che sono proprio il tipo di competenze che i robot non possono acquisire.

Le soft skills più richieste dal mercato del lavoro

Secondo un’indagine condotta da LinkedIn su 5000 professionisti nel mondo delle risorse umane, tra le tendenze che influenzeranno il mondo del lavoro all’interno delle aziende nei prossimi anni, le soft skills saranno determinanti per il 91% degli intervistati. LinkedIn ha affermato che le migliori competenze trasversali del 2019 sono state: creatività, persuasione, collaborazione, adattabilità e gestione del tempo.

Il WEF, World Economic Forum, invece, ha indicato le 10 soft skills che saranno più richieste a partire dal 2020:

  1. Capacità di problem solving;
  2. Pensiero critico (capacità di interpretare e vagliare l’importanza delle informazioni);
  3. Creatività;
  4. People management (capacità di gestire un team, motivandone i membri);
  5. Capacità di lavorare in gruppo;
  6. Intelligenza emotiva (capacità empatica di riconoscere, capire e interpretare le emozioni altrui);
  7. Decision making (capacità di decidere in autonomia dopo aver ascoltato tutti);
  8. Service orientation (capacità di essere utile, premuroso, attento e collaborativo);
  9. Negoziazione (per creare benessere economico e relazionale);
  10. Flessibilità cognitiva (capacità di mettere in atto comportamenti diversi in base a contesti e problemi che cambiano).

Secondo lo Stanford Research Institute International, il 75% del successo di un lavoro a lungo termine dipende dalla padronanza delle soft skills.

Formazione del personale: come sviluppare le competenze trasversali

All’interno di un’azienda, lo sviluppo delle competenze trasversali dei dipendenti è un ottimo modo per aiutare il personale a sentirsi più soddisfatto nel proprio ruolo e ad ottenere risultati migliori, motivo per il quale è bene investire nella formazione del personale.

La formazione sulle soft skills, basata sulle tradizionali modalità di erogazione, come ad esempio l’aula, è destinata ad evolvere e, da un lato, integrarsi con le opportunità offerte dal Digital Learning per affermare modelli di formazione continua impostati secondo una logica blended; dall’altro, trasformarsi seguendo una metodologia basata sull’esperienza diretta e sul diventare parte attiva del processo di apprendimento (Active Learning e Outdoor Training).

Il blended learning è attualmente una delle tendenze più in evidenza nel mondo della formazione; inteso come mix di metodologie formative, offre varietà, piacevolezza, impatto e risponde alle esigenze delle organizzazioni, cioè: ridurre tempi e costi della formazione; coinvolgere tutti i destinatari dei corsi che hanno differenti stili di apprendimento; rendere la formazione più efficace e continuativa.

L’active learning è ogni metodo formativo che rende gli studenti parte attiva dei processi di apprendimento. Ciò si traduce in un apprendimento esperienziale che coinvolge i dipendenti in prima persona in quanto chiamati a individuare soluzioni concrete a una sfida proposta dalla propria azienda (apprendimento peer-to-peer, gamification, training on the job, role playing, ecc.).

Nell’outdoor training le persone sono chiamate a mettersi in gioco, ad uscire dalla loro comfort zone e dagli schemi consueti in cui si trovano ad agire: si porta il team o l’individuo a relazionarsi in un contesto differente da quello del luogo di lavoro, all’aria aperta, affrontando piccole o grandi sfide in grado di sviluppare capacità inattese (sailing, rafting, tiro con l’arco, ecc.).