n.1/2020 Approfondimenti – Le politiche attive del lavoro: tendenze europee

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Le politiche attive del lavoro: tendenze europee nella documentazione programmatica europea e ministeriale

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In una società tecnologicamente avanzata e in continua crescita, risulta ancora oggi presente sul territorio italiano un elevato tasso di disoccupazione e un mercato del lavoro non stabile. Vari sono stati i tentativi dello Stato di regolamentare tale criticità, non ottenendo però ancora validi risultati. Dopo un’attenta analisi, il governo ponendosi in ottica futura ha strutturato un piano regolamentare in cui ha delineato le linee guida per raggiungere obiettivi concreti.  Nella relazione programmatica del 2019 circa il ruolo dell’Italia nell’Unione Europea, tra i vari punti affrontati, ci sono quelli: sull’OCCUPAZIONE, gli AFFARI SOCIALI, l’ISTRUZIONE – GIOVENTÙ – SPORT.

Il capitolo sull’occupazione si apre affermando l’intenzione del Governo di svolgere un’azione di impulso perché siano posti in essere gli adempimenti volti all’attuazione dell’Agenda europea per le competenze.  Tale comunicazione parte dal presupposto che per esprimere appieno le proprie potenzialità sul posto di lavoro nella società contemporanea è necessaria un’ampia gamma di competenze. A tal proposito vengono erogate iniziative quali: PON SPAO, attività di rete Eures, programma “Youth first Eures Job”.

Tra le misure di inclusione sociale, la relazione cita innanzitutto il reddito di cittadinanza, volto al reinserimento nella vita sociale e lavorativa del Paese. Tale misura è parte di un’ampia riforma delle politiche di inclusione che prevede una sinergia tra servizi sociali e servizi pubblici per l’impiego, in un’ottica di “superamento di una visione assistenziale a favore di una volontà di emancipare il soggetto beneficiario”. Tra i requisiti elencati per poter beneficiare di esso vi sono:

  • persone senza fissa dimora;
  • soggetti svantaggiati e vulnerabili, da inserire nel mondo del lavoro tramite l’applicazione di modelli di economia sociale;
  • lavoratori dipendenti espulsi dal lavoro e autonomi la cui attività sia cessata a seguito di eventi di ristrutturazione.

Si prevede inoltre la realizzazione di azioni concrete per:

  • favorire l’inclusione sociale per nuclei familiari multiproblematici;
  • contrastare il fenomeno degli orfani per crimini domestici.  Con riferimento alle politiche per la disabilità, finalizzate a rendere più accessibili beni e servizi a tale utenza.

In relazione alle politiche per le pari opportunità il Governo promuove iniziative:

  • volte a ridisegnare l’organizzazione del lavoro con forme più agile non penalizzanti per i percorsi di carriera delle donne;
  • basate sull’uguaglianza di genere nel settore scientifico-tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM);
  • dell’imprenditoria femminile e lavoro autonomo;
  • della verifica e del monitoraggio della corretta applicazione della normativa sull’equilibrio di genere nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni.

Al fine di garantire l’inclusione socio-lavorativa dei migranti, il Governo intende prioritariamente:

  • proseguire i negoziati sulla proposta di direttiva sull’ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente specializzati (cd. carta blu, COM(2016)378). Si auspica così di attrarre talenti e favorire una migliore gestione dei percorsi migratori regolari;
  • partecipare a negoziati con i principali Paesi ad alta incidenza migratoria per la realizzazione di partenariati che assicurino il rimpatrio degli irregolari.

Con riferimento alle politiche per la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni, la relazione programmatica riferisce sulle attività in tema di:

  • promozione dell’uguaglianza di genere;
  • inclusione di Rom, Sinti e Camminanti;
  • incitamento all’odio (hate speech) online;
  • discriminazione etnico-razziale e religiosa;
  • discriminazione per orientamento sessuale ed identità di genere.

Nello scenario Europeo, le azioni intraprese dai vari paesi per fronteggiare a tale problematiche sono molteplici. Soffermandoci su Germania, Francia e Spagna ecco quali politiche attive vengono erogate a sostegno del cittadino.

GERMANIA FRANCIA SPAGNA
Come risposta alla disoccupazione lo Stato ha istituito la HART KOMMISSION che ha come obiettivo l’adozione di un nuovo sistema di sostegno al reddito delle persone senza lavoro e una riorganizzazione della rete dei servizi pubblici per il lavoro, coordinati e gestiti dall’Agenzia Federale del Lavoro (Bundeasgentur für Arbeit – BA).
Le due principali forme di sussidio di disoccupazione sono: l’indennità di disoccupazione di origine assicurativa e
lo schema di reddito minimo per le persone “abili al lavoro in condizioni di bisogno”. Vengono inoltre utilizzati dei voucher per la formazione e per l’attivazione ed il collocamento.
La struttura organizzativa di Pôle Emploi, l’operatore unico nazionale dei Servizi per l’impiego, assicura la presenza dei servizi sul territorio nazionale promuovendo le politiche del lavoro. Relativamente alle politiche attive sono state negli anni sviluppati una serie di servizi e dispositivi a supporto della ricerca attiva di lavoro, quale il counselling, in particolare per promuovere interventi specificamente rivolti ai giovani, integrato dai percorsi formativi, su cui il sistema francese punta molto, in particolare per i lavoratori scarsamente qualificati. Ha introdotto un sistema di monitoraggio e valutazione delle performance con lo scopo di personalizzare le prestazioni per rispondere alle esigenze specifiche delle persone in cerca di lavoro. Il sistema spagnolo è caratterizzato da un sistema delle politiche del lavoro molto decentrato. Il governo ha costruito una governance multilivello e multi attore caratterizzata da un approccio partecipato e consensuale. Sono stati implementati strumenti volti a promuovere l’integrazione dei diversi sistemi regionali. È il caso in particolare della Carta dei Servizi per l’Impiego, che ha strutturato gli standard minimi di servizio al cittadino in termini di diritto di accesso a servizi minimi universalmente garantiti in maniera omogenea sul territorio nazionale. È stato anche introdotto un sistema di valutazione delle performance, intorno al quale si è strutturato un processo ciclico condiviso di programmazione-implementazione-monitoraggio-valutazione di servizi e programmi gestiti a livello decentrato

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