n.1/2020 Approfondimenti – Garanzia Giovani: evidenze, focus regionali e andamento in Europa

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Il seguente report discute lo stato di avanzamento del programma Garanzia Giovani a livello europeo, nazionale e regionale, attraverso l’analisi desk dei più recenti rapporti di riferimento a cura della Linea Benchmarking Nazionale ed Internazionale di Anpal Servizi.

La Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea dell’aprile 2013 che istituisce lo strumento della “Garanzia per i Giovani” si prefissa l’obiettivo, nell’attuale ed incerto scenario economico e occupazionale, di sostenere i giovani al di sotto dei 25 anni in un percorso di proseguimento degli studi, di offerta di lavoro, di tirocinio o di apprendistato entro quattro mesi dall’inizio dello stato di disoccupazione o dal completamento del ciclo di istruzione. Nell’ultimo decennio l’incidenza dei giovani NEET, ossia coloro in età compresa tra i 15 e i 29 anni che non sono occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o di formazione, nei Paesi UE28 vede una rapida crescita tra il 2008 e il 2009, proprio negli anni in cui ha avuto inizio la crisi finanziaria ed economica.  Nel 2017, ultimo dato disponibile Eurostat, il 13,4% delle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni risulta essere nella condizione di NEET. Questa popolazione presenta notevoli differenze di genere.

Nel contesto italiano l’incidenza dei NEET tra i giovani di età 15-29 anni, registra valori sempre al di sopra della media UE28, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. In Italia le istanze europee per l’istituzione di una Garanzia per i Giovani sono recepite all’interno di un Piano di attuazione che esplicita le azioni comuni da intraprendere su tutto il territorio nazionale, seguendo le indicazioni della Raccomandazione del Consiglio UE dell’aprile 2013. L’Italia prevede un unico PON a titolarità del Ministero del Lavoro (IOG – Iniziativa Occupazione Giovani) per la programmazione delle risorse. Il PON IOG vede le Regioni impegnate, in qualità di gestori delegati (Organismi Intermedi), nell’attuazione sui territori della strategia definita a livello nazionale. La realizzazione della Garanzia Giovani comporta quindi una fase di negoziazione tra Ministero e Regioni per la definizione e condivisione delle linee di intervento a livello centrale, a cui segue la stipula di una Convenzione per regolare i rapporti, la ripartizione dei compiti, e l’elaborazione dei Piani di Attuazione Regionali (PAR) per l’implementazione delle misure e la gestione delle risorse tenendo sempre conto delle specificità territoriali.

Il PON IOG rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Italia dà attuazione alla Garanzia Giovani. A seguito della revisione intermedia del bilancio UE nel 2017 e dei finanziamenti aggiuntivi che ne sono derivati, il Programma viene riformulato ed esteso al 2020. Di conseguenza, per la Garanzia Giovani si apre una seconda fase, occasione anche per procedere a una parziale revisione delle misure attuative.

Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’Unione Europea, incrementa la dotazione a favore dell’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile di 1,2 miliardi di euro fino al 2020. La IOG e la Garanzia Giovani, si sottolinea, contribuiscono in maniera importante a fronteggiare l’emergenza occupazionale. Per l’Italia il rifinanziamento della IOG si traduce in circa 343 milioni di euro addizionali. A questi si aggiungono ulteriori risorse a valere sul Fondo sociale europeo (FSE). Su proposta del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, condivisa con le Regioni e ratificata in sede di Conferenza unificata, l’Italia stanzia 560 milioni delle risorse FSE aggiuntive per interventi di contrasto alla disoccupazione giovanile, attribuendole al PON IOG.

La principale modifica introdotta nel Programma, al di là dell’estensione temporale al 2020, riguarda la strategia d’intervento, in quanto accanto all’Asse 1, rivolto ai giovani NEET, si aggiunge un secondo Asse dedicato a progetti per i giovani disoccupati – non necessariamente NEET – delle Regioni in ritardo di sviluppo e in transizione.

Il PON IOG si attua in cooperazione istituzionale, nell’ambito di una governance multilivello tra:

  • ANPAL attraverso l’inserimento in Accordo di Partenariato di un Programma Operativo Nazionale dedicato: PON Iniziativa Occupazione Giovani (PON IOG);
  • Regioni/PA di Trento attraverso il coinvolgimento in qualità di Organismi Intermedi del PON IOG e attraverso l’attuazione di azioni complementari finanziate nell’ambito dei propri POR FSE e con risorse regionali.

Viene così ribadita la strategia unitaria e condivisa tra Stato e Regioni ai fini di un’efficace attuazione a livello territoriale della Garanzia Giovani. Le Regioni devono adottare concretamente le azioni di politica attiva verso i destinatari del Programma, attraverso specifiche misure, hanno una funzione di coordinamento dell’organizzazione della “rete” dei Servizi pubblici per l’impiego e privati accreditati, con il compito di svolgere una funzione di accoglienza, orientamento e individuazione delle necessità e potenzialità dei giovani per individuare il percorso più in linea con le attitudini e le esperienze professionali. Sono organismi “intermedi” che si posizionano tra il Ministero del Lavoro e la rete dei Servizi per l’Impiego dislocati sul territorio, che accolgono i giovani indirizzando i beneficiari ai diversi Servizi per l’impiego presso cui effettuare il primo colloquio di orientamento, con la possibilità di fruire dei servizi del programma in qualunque punto del territorio nazionale, anche in un ambito diverso da quello di domicilio o residenza. Infine, alle Regioni spetta il compito di svolgere l’attività di monitoraggio degli interventi, per osservare l’andamento delle misure.

In relazione ai dati più recenti all’attuazione del Programma in Italia, l’indice di presa in carico è del 77,9% complessivamente si tratta di oltre 1 milione e 148 mila individui. L’analisi della nuova Garanzia Giovani mette in evidenza un minore investimento fatto dalle Regioni sul tirocinio extra-curriculare, anche se continua ad essere la misura maggiormente finanziata, rispetto alla prima fase della programmazione del PON IOG a vantaggio delle altre misure.

Focus regionale

Veneto Lazio Puglia
Le adesioni a Garanzia Giovani Veneto raggiungono quota pari a 144.733, di cui circa 5 mila presentate nel terzo trimestre 2019, per un flusso mensile nell’anno di circa 1.500 adesioni, senza particolari distinzioni di genere. La maggior parte dei giovani iscritti è di cittadinanza italiana (88%), risiede in Veneto (93%), ha un’età compresa tra i 20 e i 24 anni (43%) e, come titolo di studio, possiede un diploma di scuola superiore (30%). Oltre il 70% dei giovani che escono dal Programma trovano un lavoro o riprendono gli studi. Oltre a una prima attività di accoglienza, presa in carico e orientamento la rete dei Servizi per il lavoro regionali eroga complessivamente più di 51 mila attività, relative all’orientamento specialistico, alla formazione, nonché ai tirocini. Relativamente alle tipologie contrattuali, prevale quello a tempo determinato o l’apprendistato nel 58% dei casi, seguito dal lavoro somministrato e con un contratto a tempo indeterminato, nella maggior parte dei casi giovani di età superiore ai 25 anni con titolo di studio elevato. L’analisi relativa alla Regione Lazio fa emergere che le adesioni totali sono 205.621, 135.406 al netto delle cancellazioni. I giovani provengono nell’87%, dalla Regione Lazio, con il 56,5% di diplomati, il 20,4% in possesso della licenza media ed il 20,2% di laureati; marginale è l’incidenza di coloro in possesso di titoli postuniversitari (2,8%). 26.446 sono i giovani che hanno sottoscritto un contratto di lavoro in seguito alla partecipazione alle misure di garanzia giovane. Di questi il 29,7% ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato; il 51,8% contratto di apprendistato; 18,5% contratti a tempo determinato con la durata maggiore o uguale a sei. A livello di genere prevale la componente maschile, ad eccezione del contratto a tempo determinato, dove le donne superano gli uomini, con un rapporto pari al 52% contro il 48%. mesi. Complessivamente, risultano promosse 37.528 azioni di politica attiva per il lavoro, pari al 48,2% dei 77.804 patti di servizio stipulati con i giovani NEET presi in carico. Per 3.604 giovani l’esperienza di politica attiva (tirocinio, accompagnamento al lavoro, corso di formazione) si trasforma direttamente in un contratto di lavoro.

ANDAMENTO DELLA GARANZIA GIOVANI IN EUROPA

I risultati emersi dagli ultimi rapporti di monitoraggio predisposti dalla Commissione europea sulla Garanzia Giovani, mostrano che, dall’avvio del Programma nel 2014, più di cinque milioni di giovani nell’Unione europea hanno aderito al Programma e ogni anno più di 3,5 milioni di essi hanno ricevuto un’offerta di lavoro, di formazione, o un percorso in apprendistato o tirocinio. Inoltre quasi la metà dei partecipanti sono ancora occupati, o in formazione, trascorsi i sei mesi dalla conclusione del Programma. La situazione reale potrebbe essere comunque migliore, in quanto i sistemi di monitoraggio nei Paesi membri non sono ancora in grado di effettuare un follow-up dei giovani fuoriusciti dalle misure contenute nell’ambito della Garanzia Giovani.

Austria

Detiene un tasso di disoccupazione tra i più contenuti dell’UE. I giovani sono oggetto di specifica attenzione per quanto concerne le politiche di istruzione, formazione e di misure per l’inserimento nel mercato del lavoro. Dal 2008 sono stati avviati vari programmi e iniziative rivolte a giovani di età compresa tra i 18, 20, 25 anni d’età (“Training Guarantee”, “Future for the Youth”, “AusBildung bis 18”).  I risultati mostrano come più della metà di essi terminato il programma ricevono un’offerta di lavoro/formazione decorsi 4 mesi; due terzi dei partecipanti risultano poi occupati o impegnati in percorsi di aggiornamento professionale, decorsi 6 mesi dalla conclusione del programma. Il totale degli iscritti incide per l’82,9% sul target dei NEET, il più elevato tra i Paesi membri dell’Unione europea.

Francia

La percentuale dei NEET in età compresa tra 15 e 34 anni scende nel 2018 di pari passo alla flessione riscontrata a livello europeo. Tuttavia, il numero dei nuovi occupati sulla percentuale del totale delle forze di lavoro è in aumento, avvicinandosi così alla media dei Paesi UE28. Le politiche attive del lavoro vengono riorientate proprio a supporto del target indicato, grazie all’introduzione del Programma “Garantie Jeunes”, un insieme di misure intensive di orientamento associate all’erogazione di un sussidio per i NEET in condizione di bisogno, parzialmente finanziato dall’Iniziativa per l’occupazione giovanile (YEI), ulteriormente implementato nel 2018. Le prime valutazioni vedono i giovani iscritti al programma più facilmente favorevoli a trovare un impiego stabile. In un’ottica di miglioramento del servizio è stato avviato un nuovo strumento statistico per il monitoraggio dei beneficiari delle differenti misure (TRAJAM), assieme ad ulteriori iniziative per intercettare tutta la platea dei NEET, nell’ambito del Piano di investimento sulle competenze 2018-2022.

Germania

Il mercato del lavoro tedesco è cresciuto costantemente negli ultimi anni, raggiungendo un tasso di occupazione per la popolazione in età compresa tra 20 e 64 anni con una disoccupazione tra le più basse nell’Unione europea. Nonostante l’invecchiamento della popolazione, l’offerta di lavoro aumenta grazie all’accresciuta partecipazione nel mercato del lavoro delle donne, degli over, e degli immigrati da altri Paesi membri. In questo contesto, il sistema duale di istruzione e formazione professionale assicura un valido approccio per la crescita delle competenze individuali, con particolare riferimento alla formazione iniziale. Grazie a ciò la Germania detiene uno tra i più bassi tassi di disoccupazione giovanile europei, contestualmente ad una forza lavoro, sempre giovanile, in possesso di elevate competenze. Circa il 50%, infatti, di coloro che completano i percorsi scolastici, frequenta corsi di formazione professionale erogati dalle imprese, consentendo così l’acquisizione di quelle skills necessarie per l’assunzione. Mentre la disoccupazione giovanile è tra le più basse in Europa, una delle sfide da affrontare è quella dei giovani provenienti da Paesi terzi. La Germania ha avviato il Piano di implementazione della Garanzia Giovani nell’aprile del 2014, tramite l’apposita struttura di gestione del Ministero Federale del Lavoro (BMAS), con misure che hanno l’obiettivo di migliorare le strutture a supporto dell’integrazione professionale dei giovani. L’Agenzia Federale per l’Occupazione (Arbeitsagentur – BA) eroga misure per l’occupazione e per l’adeguamento delle competenze, sia ai cittadini che alle imprese. I Centri per l’impiego forniscono invece servizi per il placement, l’orientamento, l’attivazione, l’integrazione.

Paesi Bassi

Ha un basso tasso dei NEET rispetto agli altri Stati europei. Le misure adottate e promosse dal Governo per contrastare la disoccupazione giovanile sono un partenariato tra le scuole secondarie e terziarie di sette comuni, ricercatori, datori di lavoro ed intermediari nell’incrocio domanda-offerta, con l’obiettivo di offrire percorsi di orientamento professionale diretti soprattutto ai giovani immigrati residenti in aree svantaggiate. Un’ulteriore misura è diretta, attraverso la collaborazione tra Comuni, Agenzia Nazionale per l’Occupazione (UWV-Werkbedrijf), e la rete partenariale privata, ad offrire opportunità di impiego stabile per i giovani tramite il miglioramento dei servizi alla domanda e dell’accesso alle posizioni vacanti. Il contrasto alla disoccupazione giovanile è affrontato attraverso un approccio globale (Ministero dell’Istruzione, Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, Comuni, associazioni dei lavoratori e scuola). Ottimi risultati sono stati raggiunti con il programma “Action Plan Youth Unemployment” per contrastare l’abbandono scolastico a favore dell’integrazione istruzione – lavoro. Nel 2014 viene avviato il Programma Garanzia Giovani il cui scopo è il miglioramento della qualità e dell’offerta della formazione sui luoghi di lavoro (attraverso la formazione professionale, l’apprendistato e i tirocini), anche tramite specifici incentivi all’assunzione (“Work Agreements”).  I risultati dimostrano come il 41,1% di coloro che terminano le misure previste, accetta un’offerta di lavoro o di formazione entro 4 mesi dalla registrazione. Circa la metà dei NEET al di sotto dei 25 anni risulta coinvolta in una delle iniziative rientranti nel programma.

Regno Unito

L’ingresso nel mercato del lavoro inglese risulta abbastanza agevole per tutti, ma per alcuni le progressioni, in termini di carriere e retribuzioni, risultano più difficili. Nonostante le agevolazioni d’accesso, gran parte degli occupati risulta sotto qualificata o non allineata alle proprie competenze. Promuovere l’inclusione ed allargare la partecipazione nei percorsi di istruzione superiore costituisce comunque una priorità per il Paese. Il Regno Unito non detiene un insieme di misure nell’ambito di Garanzia Giovani, in quanto pur condividendo l’approccio del Programma, ritiene sufficienti gli strumenti già in atto, lo Youth Contract (misure a sostegno per il Jobcentre Plus, comprendenti tra l’altro l’apprendistato, i tirocini, nonché work experieces) ed il supporto specifico per i NEET (esperienza di tipo duale o alternanza scuola – lavoro) in età compresa tra 16 e 17 anni.  Altra misura adottata è stata la Youth Obligation come supporto ai giovani svantaggiati in età compresa tra 14 e 17 anni, privi di qualsiasi sussidio, a rischio di diventare NEET.

Spagna

Il mercato del lavoro mostra negli ultimi anni alcuni segnali di ripresa, grazie alle riforme introdotte dal Governo e al processo di moderazione salariale determinando un calo della disoccupazione, sebbene quest’ultima risulti una delle più elevate tra i Paesi membri dell’Unione europea. A seguito delle riforme del mercato del lavoro a partire dal 2016 il numero di nuovi iscritti alla Garanzia Giovani continua ad aumentare, con particolare riferimento a coloro in età compresa tra 25 e 30 anni. Un fattore che mina la crescita in Spagna è costituito dall’elevato livello della segmentazione occupazionale, nonché dalla disoccupazione di lunga durata. Inizialmente la gestione del programma era affidata al Ministero del Lavoro spagnolo, è stata poi trasferita alla rete dei Servizi pubblici per l’impiego delle Comunità autonome. Sono beneficiari gli utenti di età compresa tra i 15 e i 25 anni ed utenti under 30 se disabili. Più della metà di coloro terminata Garanzia Giovani, risultano impegnati in percorsi di lavoro o di formazione, a sei mesi dall’uscita. L’incidenza di coloro ancora occupati, trascorsi sei mesi dalla conclusione delle misure previste dal programma, risulta cresciuta in modo sensibile, anche per via dell’adeguamento degli strumenti di rilevazione statistica.

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