L’evoluzione del FOOD: tra la crisi da Covid-19 e le nuove professioni emergenti

Secondo Coldiretti “il cibo è diventato la prima ricchezza del nostro Paesecon una filiera dal campo alla tavola incluso l’horeca, che ha raggiunto la cifra di 538 miliardi, il 25% del PIL, con 3,8 milioni di occupati

Un trend che ha preso piede già dal 2015 con il boom del post Expo. Temi come quelli dell’alimentazione mediterranea e le nuove tendenze gourmet, hanno portato la nostra cucina sotto i riflettori di tutto il mondo.

Nel 2018 sono circa 688 mila le entrate programmate dalle imprese del food, di cui 627 mila come dipendenti assunti. Un nuovo assunto su cinque in Italia è nel food.

Un’approfondita indagine effettuata dal Food Industry Monitor, osservatorio promosso dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e il gruppo bancario Ceresio Investors, ha dimostrato che nel 2019 l’industria alimentare in Italia cresce ad un ritmo triplo rispetto al PIL del Paese. Il dato è stato raccolto tra 823 aziende italiane del food.

Inoltre, secondo l’Osservatorio Infojobs, durante la stagione invernale 2019 è aumentata la ricerca di figure professionali nella categoria Turismo e Ristorazione.

Tra settembre e novembre le offerte per questo tipo di attività sono state 6.300, con una crescita del +7,3% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

Le professioni più richieste

Ma quali sono state le professioni più richieste per la stagione invernale 2019?

  1. Al primo posto i Camerieri,
  2. seguono il personale di cucina,
  3. barman,
  4. gli addetti al banco servizi ristorazione,
  5. gli addetti alle pulizie,
  6. cuochi,
  7. gli chef,
  8. consulentie operatori turistici,
  9. gli addetti alla reception
  10. professionisti nei servizi di sicurezza, custodia e vigilanza.

Dal punto di vista territoriale, in Lombardia si registra la maggiore richiesta di operatori del turismo durante la stagione invernale (39,5% del totale complessivo).

Seconde a parimerito, si collocano l’Emilia-Romagna con l’11,7% e il Veneto con l’11,6% delle richieste di lavoro, mentre al terzo posto troviamo il Lazio (8,9%). il Piemonte (8,7%) e la Toscana (6,2%) si aggiudicano il quarto e il quinto posto della classifica delle regioni.

Analizzando invece le regioni che hanno fatto registrare la crescita maggiore per la domanda di lavori stagionali, si evidenziano principalmente il Piemonte, che cresce del +19,1% sul 2018, e la Campania che addirittura raggiunge un +24,4%.

Il mondo del Food ai tempi del Covid 19

Nel 2020, la pandemia ha portato cambiamenti radicali nella nostra vita quotidiana, capovolgendo le preferenze dei consumatori.

Per accogliere questi cambiamenti, produttori di alimenti, dettaglianti, ristoranti e altri si sono attivati ​​per innovare e garantire la continuità dei loro servizi.

L’industria dell’hospitality è finita sotto pressione come non accadeva da tempo.

L’indagine “Coronavirus e Ristorazione”

È ancora presto per capire quanto sia costata al mondo della ristorazione la crisi causata dal Coronavirus, ma nessuno può spiegarne meglio gli effetti di coloro che l’hanno vissuta in prima linea.

Fine Dining Lovers ha lanciato l’indagine ‘Coronavirus e Ristorazione’, un’inchiesta internazionale, basata su un campione di oltre 10.500 soggetti intervistati in tutto il mondo, che rivela il sentimento di professionisti e consumatori.

Al sondaggio, anonimo, hanno risposto 7.917 persone da tutto il mondo, tra cui 1.535 italiani che hanno raccontato come hanno vissuto il lockdown.

Dei 2.708 professionisti che hanno partecipato, l’88% lavora in ristoranti o hotel e l’80% ha un’esperienza nel settore di oltre 6 anni. La percentuale italiana è pari all’11% ovvero a 304 professionisti, di cui il 67% con il ruolo di Executive o Capo Chef.

I risultati

Il quadro che ne esce non è molto positivo.

La difficoltà e le preoccupazioni relative al futuro dell’industria della ristorazione coinvolgono il 51% (66% in Italia) dei professionisti convinti che la situazione economica negativa potrebbe inasprirsi nei prossimi mesi.

Solo il 27% degli intervistati ritiene che siano stati adottati provvedimenti adeguati a supporto della ristorazione da parte dei rispettivi governi. Fra coloro che non vantavano rapporti di lavoro continuativi pre-crisi, il 65% (56% in Italia) ha perso la propria occupazione.

Il 72% di coloro che sono regolarmente impiegati temono di perdere il proprio lavoro (la percentuale sale all’80%in Italia).

Un quarto dei consumatori coinvolti nel sondaggio dichiara di avere utilizzato servizi di delivery durante il lockdown. Il 33% in Italia (stessa percentuale USA) dichiara di avere utilizzato il servizio delivery più spesso che in precedenza.

Ed è proprio durante questo periodo che il web, è diventato uno strumento indispensabile anche per il settore del food, con la diffusione di piattaforme E-Commercelifestyle, food blog, food delivery usate non solo per la comunicazione ma anche per la vendita dei prodotti agroalimentari.

Nuove professioni

La nuova domanda, ha fatto sì che si sviluppassero delle nuove professionalità, tra cui:

  • food blogger : tra le figure professionali più ricercate per spingere delle attività in fase di start-up e promuovere ristoranti e/o bar.
  • food influencer: il loro principale compito è creare contenuti sulla propria pagina che sponsorizzino i prodotti di un brand, oltre ad interagire con i propri follower, creando l’engagement.
  • somelier 2.0: un sommelier classico al quale vengono aggiunte competenze in ambito digital. Non si occupa solo di abbinare il miglior vino a una specifica portata, ma anche la gestione della carta dei vini e, in alcuni casi, la promozione dei prodotti vinicoli.
  • mastro birraio: un mastro birraio deve saper apprendere l’arte di miscelare malto, lievito, luppolo all’acqua, in modo da ottenere un buon gusto oltre alla giusta effervescenza. Soltanto nella nostra Penisola nell’ultimo decennio sono nati oltre 800 microbirrifici e 6 malterie.
  • food innovator: professionista che lavora con i reparti ricerca e sviluppo delle grandi aziende. Le attività riguardano in particolare l’inventare nuovi prodotti gastronomici e nuove forme di consumo.
  • personal trainer dell’orto: professionista del verde che offre la propria consulenza e tutoraggio a coloro che vogliono coltivare autonomamente l’orto.
  • pastry chef: una delle figure professionali più richieste in Italia e all’estero, comprende le mansioni di pasticcere di laboratorio, chef pasticcere in ristorante o panificatore.
  • sushiman: la presenza di un esperto di sushi è sempre più richiesta non solo in ristoranti giapponesi e sushi bar, ma anche per attività di catering o su navi da crociera.
  • guida turistica enogastronomica : organizza viaggi sulla base di tappe specifiche che prevedono degustazioni di cibo e vini locali, visite in aziende agricole o vinicole, predispone corsi di cucina locale, immagina itinerari e percorsi volti a svelare le bellezze e le bontà di un territorio.
  • apicoltore urbano: l’apicoltura urbana nasce per contrastare l’inesorabile moria delle api, favorire l’impollinazione, tenere sotto osservazione l’inquinamento, educare le giovani generazioni alla cura dell’ambiente.