L’occupazione dopo il lockdown è sicuramente un tema difficile e complesso. La pandemia con le annesse conseguenze ha alterato equilibri già precari.

Tra i mesi di aprile e marzo  l’ISTAT ci fornisce un quadro della situazione non positivo.  Il numero degli occupati in quei mesi crolla vertiginosamente, è addirittura 400mila.

Un dato che porta ad un effetto domino preoccupante e pericoloso: si smette di cercare lavoro, aumentano vertiginosamente gli inattivi (+746mila), il tasso degli occupati scende a picco (-57,9%) e diventano sempre più un’utopia i contratti a termine (-129mila).

L’Italia dopo il Lockdown: la situazione attuale

Ad oggi la situazione, sia sul piano nazionale che internazionale, sembra migliorata. Piccoli e costanti segnali di ripresa sembrano esserci, nonostante una situazione ancora fortemente delicata. L’Italia regista una ripresa con una crescita soprattutto nel settore della vendita al dettaglio, anche di prodotti non alimentari.

Dei piccoli segnali di ripresa sono registrati anche dalle importazioni dei mercati esteri, in particolar modo dei Paesi extra Unione Europea. Forte, in particolar modo, il settore manifatturiero, soprattutto per le attività impegnate nella lavorazione e produzione di mobili, legno ed altri prodotti non metalliferi, che presentano, di controparte, una pessima ripresa.

A conferma di quanto detto, i dati ISTAT ci permettono una visione più concreta:

  • Vendite al dettaglio registrano un aumento del + 25,2%
  • Acquisti dei beni non alimentari +66,6%
  • Acquisti effettuati tramite commercio elettronico +41,7%

Una prima ripresa dell’economia, ha portato ad un aumento del monte ore di ogni lavoratore. L’ISTAT ha infatti registrato un aumento a +29,6 ore per gli occupati rispetto al 22 aprile. Tuttavia non avvengono nuove assunzioni. Si registra, infatti, un calo di un ulteriore -0,4% rispetto ai mesi di aprile e marzo, con un tasso totale di disoccupazione pari al 7,8%.

Per gli imprenditori l’approccio post lockdown è totalmente differente. I dati ISTAT rivelano che la linea guida seguita è, e lo sarà fino in autunno, quella della riduzione dei pezzi di vendita. Solo con l’avvento dell’anno nuovo ci sarà una ripresa totale delle produzioni.